30 Aprile 2016

RIFLESSIONI PER GLI ALLEVATORI A SEI ANNI DELLA CONVERSIONE BIOLOGICA

Oggi ho riletto quanto scritto nel 2012 a due anni dalla conversione , la situazione del settore zootecnico da latte versa ancora in grave difficoltà per le aziende convenzionali e quanto scritto allora è sempre più attuale .
Il prezzo del latte biologico è ancora sui 48 centesimi al litro più Iva ma il convenzionale registra un prezzo in caduta libera , le quote latte sono state abolite e chi credeva di poter produrre liberamente si ritrova in grave difficoltà.

Alcune considerazioni sulla zootecnia biologica da latte possono forse essere utili alla luce anche delle buone notizie che vedono crescere con continuità il consumo e la richiesta di prodotti biologici.
La nostra azienda procede con soddisfazione , le siepi sono cresciute , la terra sembra sempre più fertile , le erbe spontanee si sono ridotte sempre di più ,le rotazioni colturali funzionano e la resa in foraggi è cresciuta .
Con pazienza ,e rispettando i tempi della natura il principale ostacolo che spaventa gli agricoltori e li omologa a coltivare in modo standardizzato , la lotta alle infestanti , a noi sembra non creare più problemi .
E’ vero che instaurando le rotazioni colturali la produzione foraggera progressivamente aumenta e con essa la biodiversià e la salute della mandria .
La diminuzione della produzione di latte che si era verificata nei primi tre anni si è man mano ridotta e negli ultimi 4 mesi dal dicembre 2015 all’Aprile 2016 le nostre vacche hanno prodotto circa 29 litri di media al giorno .
Questo è per noi un risultato davvero importante perchè può essere da stimolo al cambiamento per altre aziende zootecniche .

Alcuni dati del 2015:
Vacche controllate 56 , Produzione mungitura eff. G.G 306 Kg.8.283 gr.3,75 pr.3,05
Periodo parto concepimento G.G. 148 inseminaz. 1,8 media Tasso % gravid.PR 21,2
età al parto A 4 M 1 età al parto primipare A2 M3
Nella selezione genetica , che vede le primipare punteggiate con una media di 81,5 cerchiamo di scegliere tori che diano animali con taglia più ridotta ,che si adattano meglio alla stabulazione in cuccetta, continuando a selezionare per mammella ed arti .
Meno attenzione all’incremento della produzione di latte maggiore in quello della proteina e longevità.

Costi sanitari : l’incidenza costo ottimale /q latte prodotto dei medicinali degli ultimi tre anni è di euro 0,7 equivalente a circa la metà del costo aziendale medio delle aziende che usano il nostro programma Sata Eco , che è di euro 1,21
considerando che una buona parte del costo è rappresentato dall’unica vaccinazione che facciamo, per l’IBR ,l’uso dei medicinali si è veramente ridotto al minimo , e questo fa si che quando l’ animale singolo necessita di un farmaco risponda subito al trattamento .
Abbiamo allungato il tempo della prima fecondazione intervenendo dagli 80 giorni dopo il parto , rispettando i tempi naturali della vacca ed il tasso di gravidanza in alcuni mesi all’anno raggiunge
il 23 % non usando , come il disciplinare del biologico richiede , alcun tipo di trattamento ormonale .
Le vacche partoriscono con molta più facilità e i problemi del post-parto sono quasi inesistenti .

Certamente ci sono ancora margini di miglioramento , soprattutto per quanto riguarda la percentuale di proteina del latte che soprattutto d’estate è molto basso , ma ormai abbiamo capito che il fattore limitante è la produzione foraggera non la capacità produttiva della razza che viene alimentata in gran parte con foraggi alternativi al mais .
La razione cambia a seconda degli alimenti prodotti e viene integrata con un mangime pellettato e un nucleo proteico della ditta Fanin , non usiamo farina di mais ma solamente di orzo o frumento , pisello e favino a seconda dei diversi periodi dell’anno .
Usiamo insilati di loietto-trifoglio , sorgo monosfalcio , medica e frumento consociato a pisello , fieno di medica e prati polifiti .
Viene traseminato il trifoglio nell’orzo o nel frumento da granella e sfalciato il ricaccio .
La nostra principale attenzione è che il suolo venga sempre coperto da una coltura e là dove è possibile anche al momento della trebbiatura una nuova coltivazione sia presente sul campo .
Questa pratica limita la crescita delle erbe infestanti e in questo senso è importante fare in modo che esse non vadano a seme , intervenendo tempestivamente con l’eventuale trinciatura dei residui di coltivazione .
Usiamo solamente liquami e letame integrando la sostanza organica con sovesci di leguminose , in realtà sono proprio le aziende zootecniche che riequilibrando il rapporto tra capi allevati e superficie coltivata permettono di mantenere la fertilità della terra arricchendola con le giuste rotazioni e l’apporto di colture con un apparato radicale ben sviluppato e miglioratore della struttura del terreno .
Tutto ci sembra più facile di una volta ma soprattutto più gratificante e anche remunerativo .
Dall’esperienza accumulata in questi anni possiamo affermare che proprio nelle aziende zootecniche l’agricoltura biologica esprime tutta la sua potenzialità , e per riequilibrare il settore del latte bisognerebbe ripartire dal carico animale sulla superficie coltivata , un concetto semplice ma fondamentale per rispettare l’ambiente , la natura ed affrontare con intelligenza i problemi dati dai cambiamenti climatici .