La scorsa estate, grazie a una amica, ho letto il libro di Kristin Kimball, Dirty Life, che mi ha trascinato nell’affascinante mondo dei cavalli da traino per i lavori agricoli. Così è nata l’idea di provare a far rivivere la tradizione nel Parco agricolo Sud Milano, cercando nel nostro piccolo di far riflettere sull’uso dei combustibili fossili e dare un contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Quando i libri lasciano un segno profondo, ci si muove per seguire quelle tracce e già mi era capitato leggendo “Le mucche non mangiano cemento” di Chiara Sasso e Luca Mercalli.
All’epoca era nato l’mpegno nella campagna Stop al Consumo di territorio e la nostra conversione al biologico nasce anche dalla consapevolezza di voler difendere l’agricoltura nel Parco Agricolo Sud Milano, mettendo in gioco la nostra professionalità con una visione più aperta che guardi al ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente e della biodiversità.
Allo stesso modo, dopo aver letto il libro di Kristin Kimball, ho incominciato a studiare, a girare le poche aziende che in Italia usano il cavallo, fatto un corso di addestramento e incominciato a far tesoro delle esperienze raccontate da chi ha scelto di accompagnarsi nel lavoro con l’aiuto di questi stupendi animali che hanno fatto la storia della nostra agricoltura.
E a breve arriverà in Cascina la nostra cavalla.
Con l’aiuto del maniscalco del nostro paese, riproveremo ad usare vecchie attrezzature nella fienagione insieme ad Aigo, puledra di Razza Merens che in Val Maira Roberto sta addestrando.
Per chi fosse interessato all’argomento segnalo il sito www.noieilcavallo.org di Albano Moscardo.
Renata Lovati